Pellegrinaggio a Oropa di Francesco Radino

Francesco Radino, per il volume "Paesaggi fluttuanti" Edizioni Charta, 2000


Pellegrinaggio a Oropa

Ho sperimentato... che gli accorti possono diventare sciocchi, i saggi folli, i veri profeti mentitori, gli amanti della verità bugiardi. Nessuna virtù umana ha stabilità a questo mondo eccettuata una sola: l'autentica devozione. La fede non ci può ingannare perché non promette nulla sulla terra (1)


Durante il mio viaggio a Oropa ho incontrato innumerevoli pellegrini: gente semplice, talvolta malferma, che veniva a ringraziare o a chiedere conforto.
Ciò che vedevo mi ha spinto a chiedermi quale potesse essere il mio ruolo nel confrontarmi con questa realtà. Così ho pensato che la figura dell'artista potesse in qualche modo essere assimilata a quella del pellegrino, il quale, di volta in volta, trae alimento dal mondo visibile per rendere acuta la sua vista, agile la mente, sensibile il suo spirito.
Egli segue una strada senza una chiara destinazione, ma basta una voce, un lampo fulmineo, un'intensa presenza per ritrovare il cammino.
La presunzione di capire ogni cosa, così presente nel mondo contemporaneo, ci spinge a trovare nessi e spiegazioni negli eventi, concatenando i fatti gli uni agli altri, accumulando conoscenze come fossero merci da esporre nella più effimera delle vetrine.
Al contrario il mio è stato un cammino condotto a ritroso, con l'animo semplice del pellegrino.
Non mi interessava "capire" nel senso etimologico del termine, ovvero afferrare, impadronirsi di qualcosa, ma viceversa essere afferrato e trascinato via dallo spirito del luogo, per essere freccia e bersaglio allo stesso tempo.
Negli alberi ho incontrato la forza e l'innocenza della natura, nelle immutabili rocce la consistenza misteriosa del tempo, nelle nuvole, così ben disegnate nel cielo, lo stupore di un presagio, nelle ombre l'incertezza che accompagna la vita di ogni essere vivente. Dense nebbie, alle volte, si sono opposte alla conoscenza diretta; altre volte ho sovrapposto le immagini in modo che rassomigliassero ai sogni, i quali ci permettono di avvicinarci alla verità più di quanto sia chiaramente visibile.




12 novembre 2000



(1) Joseph Roth, Il mercante di coralli, Bompiani, Milano, 1985.